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Paolo Barnard ([Bologna], 1958) è un giornalista freelance e saggista italiano.[1][2] Laureato in psicologia, ha dapprima lavorato come corrispondente estero freelance per molti fra i maggiori giornali Italiani tra cui La Stampa, Il Manifesto, Il Corriere della Sera, Il Mattino, Il Secolo di Genova e La Repubblica, per poi passare alla RAI, in cui è apparso per 14 anni partendo da Samarcanda nel 1991 in occasione della prima Guerra del Golfo; è stato uno dei fondatori nel 1994 della trasmissione Report (Rai 3), con la quale ha collaborato per dieci anni, per approdare infine a Rai Educational, da cui si è autosospeso in seguito alla l'inchiesta "Little Pharma & Big Pharma" e il caso "Censura Legale". Il 28 aprile 2011 Barnard annuncia qui http://www.paolobarnard.info/intervento_mostra_go.php?id=224 l'abbandono radicale di ogni impegno professionale in Italia.

Biografia[]

Scrittore e saggista ha pubblicato nel 2002 per Andromeda "Due Pesi e Due Misure, riconoscere il terrorismo dello Stato d'Israele" e nel 2006 per la BUR il libro inchiesta "Perché ci odiano" che condensa nelle sue pagine alcune delle inchieste confezionate per Report ("Perché ci odiano?", puntata andata in onda il 6 aprile 2003 e "L'altro terrorismo", in onda il 23 settembre 2003), portando una critica documentata alla cosiddetta Guerra al Terrorismo e alle condotte di Israele in Palestina sin dalla nascita del Sionismo. Ha curato, per la BUR, "Dall’altra parte" (Sandro Bartoccioni, Gianni Bonadonna, Francesco Sartori), una raccolta di testimonianze di medici ammalati su come riformare il sistema sanitario italiano, partendo dall'esperienza, unica e irripetibile, di chi, come i grandi clinici ammalati gravemente, ne conosce sia gli aspetti scientifici, che quelli della sofferenza per malattia. Ha scritto come saggista per Micromega, il Golem del Sole 24 Ore e molte altre pubblicazioni.

Da tempo, a causa del suo dissenso serrato contro l'ipocrisia del Sistema come dell'Antisistema, Barnard si era collocato in Rete con suo sito, che ha però deciso di abbandonare quando ha compreso che i network, e l'iper-informazione che da essi si origina, stanno facendo il gioco delle forze di Potere che vogliono annullare la partecipazione dei cittadini[3]. Barnard ha infatti coniato l'espressione "attivismo di tastiera" per definire la frenetica attività di Rete che non si traduce ormai più in vera partecipazione civica, ma solo nell'illusione di partecipare. L'ultimo lavoro di Barnard[4], si intitola Il Più Grande Crimine, e rivela il progetto di 70 anni dei Poteri finanziari e industriali internazionali per distruggere gli Stati, il potere delle leggi, e la legittimità dei cittadini, di cui la creazione dell'Unione Europea e della moneta unica (euro) sono stati capitoli fondanti.

In questo saggio sono delineati gli allarmanti scenari di egemonia delle nuove élite finanziarie sull'Europa, destinata a una progressiva distruzione a scapito del mercato del lavoro e delle famiglie, per l'esclusivo profitto a breve termine di tali élite (il danno sistemico che producono non è mai da esse considerato). La tesi fondante di questo saggio è che in sette decadi è stato realizzato appieno il ritorno al potere assoluto e incontrastabile delle élite dell'economia agraria 'ricardiana' e della filosofia 'maltusiana' sconfitte da 250 anni di progresso verso il bene comune originatosi dall'Illuminismo, e culminato con l'avvento delle democrazie partecipative della seconda metà del XX secolo.

Barnard porta dati, prove, nomi e fatti, e svela l'inganno economico criminale che ha tenuto intere generazioni di occidentali in stato di precarietà continua senza che ve ne fosse alcun reale motivo economico. Le sofferenze così originate furono volute a tavolino per impedire agli Stati sovrani, governati da leggi e monete sovrane, e legittimati dal popolo sovrano, di limitare drasticamente la speculazione delle elites finanziarie internazionali. == Le inchieste ==Negli anni in cui ha lavorato per la trasmissione di inchiesta Report Paolo Barnard ha trattato temi poco conosciuti al pubblico televisivo, esercitando con particolare fervore il diritto di cronaca giornalistico. I suoi reportage parlano di lobby della globalizzazione ("I globalizzatori"), del terrorismo internazionale e della situazione in medio oriente ("Perché ci odiano?", "L'altro terrorismo"), della new economy ("E-conomy"), del "Fondo Monetario Internazionale" ("Un debito senza fondo"), della lobby dell'industria farmaceutica ("L'affare AIDS", "Killer AZT", "Il marketing del farmaco") e delle manipolazioni alimentari a scapito della salute umana ("Mangimi e diossina").

L'inchiesta "Little Pharma & Big Pharma" e il caso "Censura Legale"[]

Il giornalista è autore di una controversa e discussa inchiesta contro la pratica del comparaggio farmaceutico, trasmessa l'11 ottobre 2001 ("Little Pharma & Big Pharma") su Rai tre durante il programma televisivo Report di Milena Gabanelli. Nel filmato, Paolo Barnard denuncia la pratica attuata, secondo quanto da egli accertato, da alcune case farmaceutiche, consistente nella corruzione di medici di base (ma anche dei clinici ospedalieri) al fine di ottenere prescrizioni illecite di farmaci da esse prodotti. Mediante questa procedura illegale, il comparaggio, si causano gravissime ripercussioni sull'intera comunità, sulla salute dei cittadini e sull'efficienza del servizio sanitario nazionale.

Successivamente, il giornalista prosegue la sua collaborazione con Report, fino al 2004. In quel periodo realizza altre inchieste che andranno regolarmente in onda.[5] Il 16 aprile 2004, Paolo Barnard, RAI e Milena Gabanelli vengono citati in giudizio[6] da un informatore farmaceutico, ritenutosi danneggiato dalle rivelazioni fatte nel servizio, presso il Tribunale Civile di Roma.[7] Inizia così per il giornalista un'avventura giudiziaria che rischia di vederlo implicato in una possibile condanna per diffamazione e costretto al pagamento di ingenti somme per risarcimento dei presunti danni provocati e delle spese legali da sostenere. Barnard dà a quel punto per scontato che RAI e Gabanelli si uniranno a lui nella difesa legale, sostenendone le spese come sempre gli era stato assicurato, e tutelando assieme la validità dell'inchiesta che la stessa RAI aveva precedentemente approvato e persino replicato. Ma Barnard scopre dalla citazione in giudizio che, al contrario, RAI e Gabanelli non solo non lo difenderanno, ma addirittura si chiamano fuori da ogni responsabilità addossandone ogni parte al Barnard. Barnard decide quindi di rendere nota la situazione in cui si trova, pubblicando nel febbraio 2008 una lettera aperta nei confronti della Rai, di Report e di Milena Gabanelli[8]. L'accusa è quella di essere stato tradito due volte di fronte alla causa civile che dovrà affrontare: primo fatto, RAI e Gabanelli ora lo stanno 'scaricando' come fossero estranei alla vicenda (sic), e inoltre la RAI ha avviato formalmente un'azione di "messa in mora" nei suoi confronti, sfruttando una dubbia clausola del contratto da lui sottoscritto con RAI.

Milena Gabanelli ha risposto all'appello di Barnard attraverso il forum ufficiale di Report[9], affermando che, in base alle istruzioni fornite dell'allora direttore generale RAI Cappon, i legali della tv di stato non avrebbero garantito assistenza legale in sede civile, ma solamente in sede penale (l'intera vicenda è descritta e documentata qui col nome di Censura Legale[10]. Barnard ha sempre tenuto a sottolineare che l'estrema gravità insita nella vicenda sta nel fatto che RAI e Milena Gabanelli hanno così tradito non solo lui, ma l'intera categoria del giornalismo libero, di cui Gabanelli dovrebbe paradossalmente essere una 'paladina'. La conduttrice ha infatti avallato la diffusa pratica dell'abbandono in sede giudiziaria, da parte degli editori, del loro reporter citato in giudizio da coloro che ha indagato e denunciato, e che porta il/la reporter a trovarsi schiacciato dai costi legali e dalle possibili condanne in sede civile. La conseguenza, drammatica per la libera informazione, è che i giornalisti liberi sono spesso costretti a cessare, o fortemente limitare, le loro indagini sotto la minaccia di esser rovinati da tali procedimenti senza la tutela dei loro editori. In segno di protesta per tali condotte aziendali, Barnard si autosospende dalla RAI e rifiuta due offerte di lavoro da parte dei giornalisti Giovanni Minoli e Carlo Vulpio. Barnard pone come condizione per il suo rientro in RAI un impegno aziendale a difendere tutti i giornalisti freelance, che vi lavorano, nella cause civili derivanti dalle loro inchieste.

Barnard e l'Antisistema italiano[]

Barnard è da sempre molto critico sul movimento nato attorno ai neonati 'paladini' dell'Antisistema italiano, in particolare attorno al comico Beppe Grillo[11][12]. Secondo il giornalista, sia Grillo che Marco Travaglio[13], i loro molti emuli, i processi in tv e le caste denunciate a gran voce, annullerebbero la cosiddetta "Società Civile Organizzata" italiana.

Barnard sostiene infatti che tale Società, che dovrebbe essere in prima linea per un Paese migliore, si starebbe consegnando all'irrilevanza delle bordate dei nuovi comici "mattatori" dell'Antisistema, che spingono grandi masse di persone ad accanirsi contro i mali minori dell'Italia, ignorando invece le reali e devastanti manovre del Potere sovranazionale sulla vita di milioni di noi, che ad esempio la recente crisi finanziaria internazionale e la progressiva distruzione del diritto al lavoro dei giovani ci mostrano in termini drammatici. Fra l'altro, l'Antisistema italiano altro non ha fatto se non replicare gli stessi metodi che combatte[14]. Paolo Barnard sostiene che sia criminoso deviare la pochissime forze civiche rimaste verso continui isterismi di massa che riguardano aspetti della vita pubblica italiana che sono del tutto irrilevanti rispetto all'azione del Potere, che gli italiani pagano poi nella vita reale[15]. I diretti responsabili di tale deviazione sarebbero, in Italia, proprio questi neo 'paladini' alla Grillo, Travaglio, Santoro e Di Pietro, assieme al debenedettiano La Repubblica, come Barnard ha ampiamente documentato nei suoi articoli.

Pubblicazioni[]

  • Paolo Barnard. Aiutami a morire. Storie di lotta contro l'abbandono dei malati terminali. Interlinea, 1999. ISBN 9788882122003.
  • Paolo Barnard. Due pesi e due misure. Andromeda Edizioni, 2002.
  • Paolo Barnard. Perché ci odiano. Milano, BUR, 2006. ISBN 8817010642.

Note[]

Filmati di Paolo Barnard su Youtube[]

File:ZOO di 105 - EUROTRUFFA • 29 11 2011

La truffa dell'Euro, perpetrata dalle banche ai danni degli italiani...

Vedi anche[]

  • Fallimento dell'Italia predetto da Nostradamus
  • Signoraggio

Collegamenti esterni[]





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